Duomo di Mondovì

La Diocesi di Mondovì fu eretta da Urbano VI con Bolla ‘Salvator Noster’ data in Perugia l’8 giugno 1388, dietro petizione della Città presentata al Papa. Ciò avvenne durante lo Scisma d’occidente, e probabilmente la promozione di Mondovì a Sede Vescovile fu concessa, oltreché per altri meriti e motivi, per essersi la città e la zona del Monregalese mantenute fedeli al legittimo papa di Roma, mentre la Diocesi madre di Asti era passata all’obbedienza dell’Antipapa francese.
La nuova Diocesi venne smembrata quindi da quella di Asti, alla quale il territorio monregalese era sempre appartenuto precedentemente, e fu resa suffraganea dell’Archidiocesi di Milano.Il nuovo vescovo ottenne pure il titolo feudale di Conte; che però rimase praticamente soltanto onorifico. Il vescovo d’Asti perdette così anche ogni giurisdizione temporale, che era legata all’antico Contado di Bredolo. La chiesa di San Donato martire, primitiva Parrocchia e Pieve del ‘terzero’ più popoloso di Vico, costruita sulla parte più alta di Piazza (oggi Cittadella e Caserma) fu eretta Cattedrale.

La medesima Bolla pontificia vi erigeva il Capitolo dei Canonici, che riceveva ulteriori conferme, sviluppi e privilegi con altre Bolle del 1440, da papa Eugenio IV, e nel 1461 da papa Pio II.

La Diocesi si estendeva a tutto il territorio dell’antico Contado Bredolense, compreso tra le valli del Tanaro e della Stura.
Vi era inclusa pertanto anche l’attuale Diocesi di Cuneo, che tuttavia fu aggregata definitivamente a Mondovì soltanto nel 1438, per decreto del Papa Eugenio IV.Lo stesso Pontefice, con Bolla del 29 novembre 1438, assegnava al Vescovado di Mondovì, con tutti i possedimenti, titoli e diritti, l’antichissima Abbazia benedettina di S. Dalmazzo, situata presso la romana Pedona.
In seguito alle soppressioni ed agli incameramenti delle Congregazioni religiose e dei beni ecclesiastici, attuati da Napoleone Bonaparte (1802-06) e dal Governo del Regno di Sardegna (1855), nulla rimase della celebre Abbazia e del suo patrimonio; al Vescovo di Mondovì fu conservato il puro titolo di ‘Abate Perpetuo di San Dalmazzo’.Nel 1495, per decreto della Duchessa Reggente, Bianca di Savoia, il distretto di Cuneo ebbe un proprio Vicario Generale, dipendente sempre dal Vescovo di Mondovì.Mons. Gerolamo Calagrano celebrò nel 1491 il primo Sinodo Diocesano che ci è noto e il cui testo ci è pervenuto, il quale apre la serie dei 28 Sinodi Monregalesi, che la storia ci ha tramandato.Tra la fine del sec. XV e il primo decennio del XVI venne ricostruita, per iniziativa di mons. Amedeo di Romagnano, in sostituzione e sul luogo della precedente, la Cattedrale di San Donato, tra le più grandi e maestose del Piemonte. Fu consacrata da mons. Lorenzo Fieschi nel 1514.Nel 1515, con l’elevazione della Chiesa Vescovile di Torino e Sede Metropolitana, Papa Leone X aggregò la Diocesi Monregalese, per prima, alla Provincia Ecclesiastica Piemontese, staccandola da quella di Milano.In esecuzione del Concilio di Trento (1545-63), il Vescovo card. Vincenzo Lauro fondava in Mondovì Piazza, nel 1573, tra i primi d’Italia, il Seminario Diocesano.In quegli anni (1571-74) il Duca Emanuele Filiberto faceva abbattere, insieme ad altre chiese ed edifici ecclesiastici, la grande Cattedrale, da poco costruita, per trasformare il colle di S. Donato in cittadella fortificata; la Cattedrale veniva trasferita sul colle del Belvedere, nella gotica chiesa di S. Francesco dei Frati Minori, del sec. XIII.In seguito, a metà del sec. XVIII (1743-53), sotto il Vescovo Carlo Felice Sammartino, la medioevale chiesa di S. Francesco era abbattuta e sostituita dalla Cattedrale odierna, progettata da Francesco Gallo (1742).Questa, portata a termine sotto mons. Michele Casati, fu consacrata nel 1763. Venne poi decorata attorno al 1850 per opera di mons. G.B. Tomaso Ghilardi.Negli ultimi decenni del sec. XVI si sviluppò intanto il culto e la devozione alla Vergine del Pilone in Valle d’Ermena presso Vico, e nel 1596, sotto mons. Giovanni Antonio Castrucci, ebbe inizio il Santuario della Regina Montis Regalis, che divenne il centro spirituale della Diocesi.